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ECOSISTER: tre nuovi progetti di ricerca collaborativa tra Spoke e Partner

Nuove tecnologie per la selezione della frutta, biosensori avanzati per le aziende lattiero-casearie e soluzioni per la tutela delle acque costiere al centro della ricerca collaborativa tra Spoke e Partner del progetto Ecosister.

Pilot for Optimized Detection and Sorting of fruit – PODS 

Il progetto “Pilot for Optimized Detection and Sorting of Fruit” (PODS) è un’iniziativa innovativa che punta a sviluppare una linea pilota avanzata per la selezione e la manipolazione delicata della frutta. Grazie a un sistema collaborativo dotato di pinze morbide e piastre elettro-adesive, sarà possibile limitare al minimo l’impatto sulla frutta, migliorando al contempo efficienza, controllo qualità e scalabilità. L’automazione consentirà una significativa riduzione dei tempi e dei costi operativi, mentre il monitoraggio in tempo reale garantirà una gestione precisa e un prodotto di qualità superiore. La linea pilota sarà inoltre progettata per essere scalabile, rispondendo così a un aumento della domanda senza compromettere le performance. 

Coordinato da BI-REX, il progetto si concentra sulla gestione strategica e sull’impatto, con particolare attenzione alle regioni del sud Italia. Presso la sede di BI-REX a Palermo verranno allestiti e integrati i sistemi della linea pilota. MISTER sarà responsabile dello sviluppo di un sistema avanzato di monitoraggio, dotato di stazioni sensorizzate in grado di rilevare uno o più indicatori di maturazione, attraverso la calibrazione e l’ottimizzazione di sensori commerciali. L’Università di Bologna (UNIBO) si occuperà invece della progettazione e integrazione delle pinze elettro-adesive ottimizzate, realizzando prototipi tramite tecnologie di manifattura additiva e validandoli in laboratorio. 

Grazie alla sinergia tra ricerca, tecnologia e innovazione, PODS rappresenta un passo decisivo verso l’automazione sostenibile dell’industria agroalimentare, contribuendo a migliorare la competitività del settore e a promuovere soluzioni più efficienti e sostenibili. 

 

FARM Portable Optical Biosensor for Multi-Analyte Detection in Dairy Farms with a One Health Perspective  

Il trasferimento microbico tra esseri umani e ambiente crea una stretta interdipendenza tra salute umana, produzione alimentare, settori animali e ambientali. Di conseguenza, la resistenza agli antibiotici rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio integrato “One Health”, orientato a promuovere soluzioni ottimali e sostenibili per la salute di tutti gli ecosistemi. 

In questo contesto, il progetto FARM mira a sviluppare un biosensore ottico portatile e multitarget per analisi quantitative in tempo reale, applicabile direttamente nelle aziende lattiero-casearie. Questo dispositivo innovativo consentirà il monitoraggio nell’ambito della sicurezza alimentare, della qualità ambientale e del benessere animale, analizzando latte e urina bovina per rilevare residui di antibiotici e determinare la quantità di lattoferrina. Basato su un sensore plasmonico miniaturizzato già validato in laboratorio, FARM porterà questa tecnologia a un livello di maturità tecnologica grazie alla sua portabilità e versatilità. 

Il prototipo portatile sarà dotato di elettronica a basso consumo energetico, un software dedicato per la gestione del segnale e una piattaforma avanzata per la raccolta, l’integrazione e l’analisi dei dati. Questa infrastruttura consentirà di evidenziare connessioni tra ecosistemi, migliorando l’efficienza operativa e la sostenibilità nelle aziende lattiero-casearie. FARM dimostrerà il funzionamento del biosensore in diversi scenari operativi, rafforzando il monitoraggio in tempo reale e sul campo. 

Il progetto è supportato da un consorzio multidisciplinare che include CNR, UNIPR, UCSC e MISTER, con il contributo scientifico delle unità di ricerca CNR e INFN del sud Italia. L’interesse di stakeholder di rilievo come PARMALAT S.p.A. e OR SELL S.p.A. testimonia la rilevanza strategica di FARM, che rappresenta un passo significativo verso l’adozione di tecnologie innovative per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti in un’ottica sostenibile. 

 

ATOS – Advanced technologies from upcycled wastes for on-site monitoring and remediation of natural waters and marine sediments in coastal environment  

Il progetto ATOS mira a sviluppare soluzioni innovative per il monitoraggio, la caratterizzazione e la (bio)remediazione delle acque naturali di transizione e dei sedimenti. Al centro dell’iniziativa ci sono prototipi e cartucce personalizzate realizzate con materiali adsorbenti derivati da rifiuti plastici industriali, già validati per il trattamento di acque potabili. Questi materiali, combinati con zeoliti, criogeli e microrganismi forniti dal CNR-ICB, permetteranno l’adsorbimento e la rimozione di contaminanti metallici e organici, garantendo un approccio integrato e sostenibile. 

Le cartucce saranno progettate in diverse forme e dimensioni, concentrandosi su materiali polimerici sostenibili, e testate presso una linea pilota del CNR che verrà potenziata durante il progetto. UniBo si occuperà della valutazione della sostenibilità ambientale dei materiali e del ciclo di vita delle soluzioni sviluppate. Le cartucce verranno integrate in un sistema portatile (PS) che sarà installato in siti a Taranto, una città fortemente industrializzata e considerata ad alto rischio ambientale. Questo sistema consentirà sia il monitoraggio sia la rimozione di contaminanti, con l’obiettivo finale di riutilizzare le acque trattate per agricoltura e acquacoltura. 

Il progetto, coordinato da un consorzio interdisciplinare che include il CNR (ISOF, ICB, IRSA), UniBo, UniFe e Mister Smart Innovation, rappresenta un’evoluzione delle soluzioni sviluppate nel progetto principale, estendendone l’applicabilità alle acque naturali e ai sedimenti. Taranto, con il suo ecosistema complesso e sottoposto a forte pressione antropica, fungerà da laboratorio vivente per validare tecnologie innovative su scala reale. Le soluzioni di ATOS, applicate in loco, forniranno linee guida essenziali per affrontare la remediazione e il riuso delle acque, con importanti ricadute pratiche anche per la regione Emilia-Romagna. 

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