Scroll down

Agenda 2030: ambizioni dell’Europa per lo sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 spiegata: come dal documento programmatico dell’Onu si è arrivati al Green Deal, l’ambizioso piano strategico dell’Europa per la svolta verso uno sviluppo sostenibile. 

Da diversi anni ormai sentiamo parole quali sviluppo sostenibile, economia circolare, impatto ambientale, bioplastiche, eco design in tantissimi e svariati contesti. Ritroviamo queste parole magiche nei discorsi di capi di Stato e leader politici, negli spot pubblicitari di multinazionali e GDO oppure nelle dichiarazioni delle star internazionali, che si mostrano sempre più spesso sensibili alle tematiche ambientali. Un pizzico di sostenibilità dà pepe anche alle idee della nutrita schiera di influencer e blogger specializzati in tematiche green, che spopolano sui social e nel web.

COME SIAMO ARRIVATI AD AGENDA 2030: BREVE STORIA – Nel 2021 si è raggiunto nei paesi sviluppati un livello di progresso tecnologico che fino a qualche decennio fa non avremmo mai immaginato. Ad esser onesti qualcuno l’aveva immaginato un futuro così, visionari come Elon Musk e Jeff Bezos, che investendo tempo, risorse e denaro nella giusta direzione sono riusciti ad anticipare (ed indirizzare?) l’evoluzione dell’economia globale. Ma la storia ci insegna che ogni progresso, anche il più immacolato, porta con sé anche degli effetti negativi. Negli ultimi 50 anni di incessante sviluppo economico tutti questi effetti negativi sono confluiti in un’unica grande e grave conseguenza: lo sconvolgimento dell’ecosistema del nostro pianeta. Dal secondo dopoguerra ad oggi, grazie allo sviluppo industriale, le persone sono state abituate ad una sempre maggiore semplificazione della vita quotidiana. Un’agiatezza diffusa che oltre a rendere le persone particolarmente felici e soddisfatte, ha trasformato l’ambiente circostante in un posto meno pulito ed ha aumentato ulteriormente il gap tra i paesi più sviluppati e quelli con meno risorse.

OBIETTIVI DI AGENDA 2030 – Nel 2015 i leader mondiali delle Nazioni Unite hanno deciso di adottare delle contromisure, redigendo un piano di sviluppo improntato alla sostenibilità globale: l’Agenda 2030. Nell’Agenda 2030 sono stati individuati 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, che potete leggere qui. Lo scopo comune dei 17 obiettivi di Agenda 2030 è il raggiungimento in modo equilibrato di una sostenibilità diffusa, ossia senza che nessuno sia escluso o rimanga indietro. Gli obiettivi sono incentrati su aspetti che riguardano:

• la dignità umana
• la stabilità regionale e mondiale
• un pianeta sano
• società eque e resistenti
• la prosperità economica.

L’Unione Europea ha immediatamente accolto i temi dell’Agenda 2030 adottando una politica a favore della sostenibilità ambientale ed impegnandosi attivamente, insieme ai suoi Paesi membri, nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dalle Nazioni Unite.

BENVENUTO GREEN DEAL – L’Unione Europea ha considerato tutti gli aspetti economici, sociali ed ambientali in grado di promuovere in maniera globale lo scopo ultimo proposto nell’Agenda 2030, arrivando ad elaborare delle priorità. Per il quinquennio 2019-2024 sono state individuate 6 priorità e tra queste emerge il Green Deal, documento programmatico che ci riporta finalmente sulla traccia del discorso con cui avevamo iniziato il nostro articolo. È un insieme di azioni strategiche che l’UE ha deciso di perseguire per far fronte ai problemi ambientali e ai cambiamenti climatici che minacciano severamente la conservazione della biodiversità sia in Europa che nel resto del mondo.

Tali azioni strategiche prevedono una modernizzazione dell’Europa per cui entro il 2050:

• siano eliminate le generazioni di emissioni nette di gas a effetto serra
• la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse in modo tale che nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.

Il piano d’azione del Green Deal Europeo è rivolto essenzialmente a promuovere l’uso efficiente delle risorse, sfruttando il sistema dell’economia circolare per ridurre l’inquinamento e ripristinare la biodiversità. Pertanto l’UE ha deciso di investire in modo pianificato affinché tutti gli Stati Membri – in particolar modo i soggetti e/o le regioni più colpite dall’emergenza ambientale – possano utilizzare gli strumenti necessari a raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Tutto ciò dovrà avvenire attraverso diverse strategie che possano impattare aspetti sia economici che politici, tra cui:

• piani di investimento in tecnologie green, ossia rispettose dell’ambiente
sostegno all’innovazione per l’industria
• l’introduzione di forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane
• la decarbonizzazione del settore energetico
• garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici
• la collaborazione tra i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.
All’interno del Green Deal europeo rientra anche un nuovo piano di azione a favore dell’economia circolare, che potete leggere qui. 

TECNOLOGIA & SOSTENIBILITÀ: YES WE CAN – Come anticipato in apertura, lo sviluppo di prodotti innovativi porta spesso in eredità un forte impatto negativo sull’ambiente, con conseguenze che a medio-lungo termine si riflettono sull’umanità stessa. Ciò non significa che dovremmo rallentare il progresso tecnologico, tutt’altro: l’UE ha ideato infatti una serie di iniziative per promuovere lo sviluppo economico e la modernizzazione dei Paesi tutelando anche l’ambiente. Il piano a favore dell’economia circolare ambisce a stimolare la creazione di prodotti (imballaggi, elettronica, tessile, plastica, cibo e imballaggi) più sostenibili, progettati secondo i principi dell’eco design e l’utilizzo di nuovi materiali come ad esempio le bioplastiche. Fine ultimo di quest’ambiziosa sfida di transizione ecologica sarà dare un ciclo di vita più lungo ai prodotti, facendo in modo che questi possano essere recuperati, riutilizzati, riciclati. Il cibo e gli imballaggi (food packaging), insieme alla plastica, rappresentano sicuramente due key product value chain estremamente importanti, filiere in cui si gioca buona parte della partita per il futuro del pianeta.

Food packaging e industria della plastica rappresentano settori produttivi per cui l’Italia si è sempre contraddistinta per volumi di produzione, know-how tecnologico e qualità dei processi sia in campo comunitario che internazionale. Un forte contributo alla produzione nazionale dei settori agroalimentare e packaging è dato dalla Regione Emilia-RomagnaMister attualmente partecipa ad un progetto di scouting formativo-tecnologico che riguarda proprio il settore del food packaging emiliano. L’iniziativa, promossa da Fondirigenti e coordinata dal Cisita di Parma in collaborazione con MISTER, la Fondazione Aldini Valeriani e Reggio Emilia Formazione, ha l’obiettivo principale di comprendere in che modo le aziende coinvolte nel packaging alimentare (produttrici di macchine per il confezionamento di alimenti e bevande, produttrici di alimenti e bevande, produttrici di imballaggi per il food packaging) si stanno adoperando per rispondere alle richieste del piano di azione europeo a favore dell’economia circolare.

Temi quali educazione allo sviluppo sostenibile, aspetti normativi, criticità soprattutto tecnologiche legate all’industrializzazione di nuovi ed innovativi sistemi per il packaging, saranno affrontati nei prossimi articoli da Mister Smart Innovation, che in questa recente esperienza ha acquisito un solido expertise in materia di packaging sostenibile.

Anna Sagnella 

Back to news