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Monitoraggio e sicurezza degli spazi di lavoro oltre il Covid-19

Durante il 2020 i laboratori Mister e Proambiente hanno sviluppato e testato svariati sistemi per il monitoraggio e la sicurezza degli spazi di lavoro. 

L’anno appena trascorso è stato segnato dalle problematiche indotte dall’epidemia COVID19. In attesa degli effetti del vaccino, il distanziamento e l’uso di DPI hanno sempre rappresentato le azioni più efficaci che si possono adottare per contenere la diffusione di patogeni respiratori. Premesso che il pilastro del contrasto alla diffusione dei virus poggia sulla responsabilità individuale, rimane chiaro che diverse forme di supervisione siano auspicabili, se non necessarie, per garantire che il distanziamento venga rispettato e che non ci siano accessi non autorizzati in aree critiche. Gli ambiti dove si può immaginare un utilizzo di una piattaforma di monitoraggio di persone sono costituiti da ambienti lavorativi ma anche da luoghi pubblici di vario genere dove è necessario evitare assembramenti o tracciare degenti, operatori e ospiti (come negli ospedali o nelle RSA). Più in generale, oltre alle problematiche legate al contrasto alla diffusione di malattie, il tracciamento di persone e oggetti può essere utile per diverse problematiche legate alla sicurezza degli spazi di lavoro (intesa sia come safety sia come security) e alla gestione delle risorse e della supply chain.

WIFI SÌ, SMARTPHONE NO – In ambienti chiusi, che peraltro sono quelli che presentano le maggiori criticità, la qualità del posizionamento con GPS non è affidabile. In generale, l’utilizzo di APP su telefoni mobili privati per il tracciamento degli spostamenti delle persone pone problemi di privacy, tanto che la stessa app IMMUNI “non geolocalizza le persone”, ma si limita a registrare sul dispositivo stesso i contatti con gli altri cellulari, solo su base volontaria.

Un sistema di posizionamento indoor può basarsi su diverse tecnologie, che possano sfruttare infrastrutture semplici già esistenti o facilmente implementabili a costi contenuti. In molti luoghi di lavoro o pubblici sono presenti “access point” wifi che possono costituire una rete in grado di interagire bidirezionalmente con i telefoni mobili. Una APP su cellulare può misurare la potenza del segnale (RSS) di multipli “access point” e sulla base di una mappatura realizzata in fase di taratura, può determinare la posizione relativa (approssimata) e comunicarla ad una struttura di supervisione.

TRACCIAMENTO BEACON – Un sistema similare, basato su tecnologia Bluetooth Low Energy (BLE), è usato già da qualche tempo in alcuni musei o centri commerciali. Il BLE copre distanze ridotte rispetto al wifi, ma per questo è più preciso. In questo caso semplici dispositivi mandano periodicamente un segnale faro (Beacon) che viene registrato da una APP sul cellulare. In base alla RSS l’APP è in grado di determinare la prossimità ad un determinato luogo e di conseguenza può dare opportune informazioni commerciali o culturali, ma potenzialmente è anche in grado di comunicare la posizione ad una entità esterna.

Ribaltando il paradigma, per evitare o limitare l’utilizzo dei telefoni personali a maggior garanzia della privacy, il beacon o tag può essere applicato alla persona o oggetto in un luogo coperto da una griglia di ricevitori (gateway), in questo modo possono individuare la prossimità o anche la posizione (sulla base di una mappatura radio predefinita) di tutti i beacon/tag (persone/oggetti) presenti nell’area.

BEACON: POCHI COSTI E PIÙ SOLUZIONI – Nel caso di lavoratori, i beacon/tag potrebbero essere personalizzati e indossati all’ingresso del luogo di lavoro e restituiti all’uscita. I beacon/tag sono piccoli dispositivi economici e a basso consumo (una batteria a bottone può durare almeno 6 mesi) e possono essere messi in tasca o agganciati agli abiti come i badge. Con queste tecnologie il telefono personale non verrebbe utilizzato, limitando le problematiche connesse alla privacy. In situazioni dove non sia possibile utilizzare i dispositivi beacon, sarà comunque sempre possibile simularli con un’APP sul cellulare, che emetterebbe solo un segnale radio senza usare alcuna connessione di rete.

I beacon/tag sono in grado di trasmettere, oltre all’identificativo universale unico (UUID), anche dati di sensori e, in particolare, informazioni di movimento e di caduta libera, diventando utile strumento per il monitoraggio della sicurezza dei lavoratori. I beacon, inoltre, possono essere impiegati per monitorare oggetti, come strumenti mobili (es. carrelli del supermercato) o DPI. Di fatto sono la naturale alternativa alle etichette RFID che, non essendo alimentate, possono essere rilevate solo a brevissime distanze.

Conclusa questa doverosa introduzione ai sistemi di monitoraggio e sicurezza degli spazi di lavoro, nella prossima uscita presenteremo le tre soluzioni testate nell’ultimo anno all’interno dell’edificio del Tecnopolo Bologna CNR.

Marco Bianconi 

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