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Riciclo e circolarità dei materiali nel packaging

In che modo il riciclo può convertire un rifiuto in una nuova risorsa pronta ad essere impiegata per lo sviluppo di nuovi materiali e/o prodotti?

Scopriamolo insieme nel nostro articolo che racconta quali aziende hanno deciso di investire in progetti per la realizzazione e lo sviluppo di sistemi e/o strategie di riciclo dei materiali di imballaggio in plastica. Il riciclo è alla base dell’economia circolare: un materiale da rifiuto diventa una nuova risorsa in grado di generare un nuovo prodotto. La maggior parte dei rifiuti provengono dall’industria del packaging, perché i materiali di imballaggio sono concepiti con l’unico scopo di essere gettati dopo aver svolto la loro funzione di far arrivare un prodotto integro e ben conservato nelle mani del consumatore.

Una volta gettato, il packaging può essere introdotto in un impianto di riciclo in grado di trasformare il rifiuto in un nuovo materiale da utilizzare per un altro tipo di prodotto.

Da qualche decennio, diversi settori industriali si stanno adoperando ed impegnando per lo sviluppo di tecnologie in grado di riciclare i materiali comunemente impiegati per gli imballaggi, prevalentemente plastica e carta. Le maggiori criticità sono legate soprattutto al packaging alimentare perché i materiali ottenuti dai processi di riciclo devono risultare conformi agli alti standard richiesti per l’imballaggio di alimenti e bevande.

Molte aziende hanno adottato una politica basata sulla sostenibilità ed intrapreso azioni finalizzate ad incidere in modo positivo sull’ambiente. In quest’articolo vi raccontiamo i progetti intrapresi da diverse realtà industriali legate alla filiera agro-alimentare.

1) Ferrarelle R-PET

Dal 2021 Ferrarelle è diventata Società Benefit per il suo forte impegno a favore della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Da questo impegno è nata una nuova famiglia di bottiglie d’acqua in plastica riciclata suddivisa in:

– una prima gamma 100% R-PET destinata ai bar e ai ristoranti,

– bottiglie con almeno il 50% di R-PET destinate ai supermercati.

Per la produzione della nuova famiglia di bottiglie in plastica riciclata, Ferrarelle ha investito nello sviluppo e nella realizzazione di un proprio stabilimento (a Presenzano, in provincia di Caserta) destinato esclusivamente al riciclo della plastica. Nello stabilimento di Presenzano avvengono tutte le fasi fondamentali per trasformare il PET in R-PET, tanto che Ferrarelle può riportare in etichetta “riciclato da noi” ed essere un esempio di azienda leader non solo nel proprio settore ma anche nella sostenibilità.

2) Procter & Gamble (P&G) e il riciclo della plastica

La nota multinazionale ha deciso di ridurre del 50%, entro il 2030, l’uso di plastica vergine a favore della plastica riciclata post consumo per la realizzazione degli imballaggi dei suoi prodotti. Per raggiungere questo obiettivo molto ambizioso P&G si sta adoperando su diversi fronti quali il coordinamento di un consorzio per l’adozione di una tecnologia rivoluzionaria nell’ambito della raccolta differenziata (Holy Grail), lo sviluppo di una tecnologia per il riciclo del polipropilene (PureCycle) e gli step finali del ciclo di vita della plastica.

Il progetto sicuramente più rivoluzionario per il riciclo della plastica è Holy Grail. Si tratta di un’iniziativa intrapresa da P&G in collaborazione con altre aziende leader di mercato quali Nestlè, PepsiCo e Danone. Un progetto finalizzato a risolvere a monte i problemi che rendono spesso inefficace il riciclo: la corretta separazione dei materiali degli imballaggi dopo la raccolta. Holy Grail prevede l’utilizzo di avanzate tecnologie basate sui digital watermark che permettono a dei lettori ottici di analizzare in frazioni di secondo le caratteristiche di ogni prodotto, garantendo una separazione dei materiali ottimale per le successive fasi di trattamento. Il consorzio HolyGrail, fondato nel 2017, è cresciuto fino a raggiungere oltre 85 partner nell’ambito della Digital Watermarks Initiative HolyGrail 2.0, facilitata da AIM, l’Associazione europea dei marchi.

P&G ha sviluppato anche una tecnologia rivoluzionaria che rimuove colori, odori e contaminanti dai rifiuti di plastica (flaconi, contenitori, buste, ecc…) trasformando il polipropilene in una resina ultra-pura. La tecnologia PureCycle è in grado quindi di chiudere in modo perfetto il cerchio riportando la plastica usata al suo stato originario.

3) Magnum (Unilever): uso di PP (polipropilene) riciclato

Nel 2019, Magnum, famoso brand di gelati di proprietà di Unilever, per prima ha lanciato sul mercato UK una vaschetta di plastica riciclata in PP per il confezionamento del gelato. Magnum ha l’ambizioso obiettivo di eliminare completamente la plastica vergine per la realizzazione delle vaschette per il gelato entro il 2025, utilizzando solo plastica riciclata certificata.

4) JOI (just one ingredient): imballaggio riciclabile per il latte di noci

Il progetto di JOI è un esempio di re-design del prodotto e del suo packaging. Il prodotto è stato convertito da liquido a solido, sottoforma di pasta di noci concentrata dalla quale si può fare in casa il latte di noci. Il passaggio da prodotto liquido a prodotto solido e concentrato ha modificato i requisiti di imballaggio (ad esempio i requisiti di barriera) consentendo di utilizzare confezioni realizzate in vaschette riciclabili. Inoltre, il prodotto in forma solida può essere confezionato in più porzioni per contenitore, riducendo la quantità complessiva di imballaggi necessari. I vantaggi sia economici che ambientali sono notevoli. JOI, nella forma di pasta di noci, non richiede refrigerazione il che riduce i costi di trasporto ma anche lo spazio nel frigorifero del consumatore. Il sito web JOI offre anche un servizio di abbonamento per un comodo rifornimento di latte di noci ed elimina la necessità di trasportare cartoni ingombranti e pesanti dal negozio a casa (sia per i privati ​​che per i clienti all’ingrosso/aziendali). I prezzi sono alla pari con i prodotti a base di latte vegetale in cartone. Il prodotto è anche migliore in termini salutistici in quanto il passaggio alla forma solida e concentrata ha consentito l’eliminazione di additivi e conservanti. Gli oli naturali e il basso contenuto di umidità del singolo ingrediente (mandorle o anacardi) consentono al concentrato una durata di conservazione fino a 18 mesi, anche dopo l’apertura, che supera molti altri prodotti a base di latte di noci. Dal punto di vista ambientale l’impatto positivo è dato innanzitutto dalla riduzione dei rifiuti, infatti una vaschetta JOI elimina sette cartoni. JOI consente inoltre all’utente di produrre la quantità desiderata di latte di noci in base alle proprie esigenze, evitando sprechi alimentari. Riguardo al packaging, il prodotto in forma solida può essere confezionato in imballaggi rigidi monomateriale che vengono riciclati con più facilità rispetto alle comuni alternative multimateriale. JOI riduce le emissioni di gas serra associate al trasporto grazie alla riduzione del peso e dello spazio di stoccaggio.

5) Goglio: packaging 100% riciclabile per Riso Gallo

All’azienda italiana Goglio, celebre per la realizzazione e produzione di packaging flessibile, è stato commissionato da Riso Gallo lo sviluppo di un imballaggio sostenibile adatto al confezionamento del riso sottovuoto. Pertanto, Goglio ha realizzato un sistema di packaging innovativo multimateriale che ha ottenuto dall’ente indipendente tedesco Cyclos la certificazione ‘suitable for recycling’. L’imballaggio è di tipo multi-componente, costituito da un duplice laccato barriera trasparente ed un laminato poliolefinico in PP e PET. La nota azienda di packaging afferma che la struttura di questa composizione può essere riconosciuta dai moderni impianti di riciclo come materiale poliolefinico e quindi essere riciclata, a differenza dei comuni imballi multistrato attualmente utilizzati per il confezionamento del riso sottovuoto, che risultano difficili da riciclare e quindi devono essere conferiti nei rifiuti indifferenziati. Il packaging innovativo messo a punto da Goglio assicura qualità e prestazioni paragonabili in termini di resistenza e capacità conservative alle soluzioni maggiormente impiegate per confezionare il riso sottovuoto.

Anna Sagnella

 

 

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